IL MONDO NEL QUINTO SECOLO DELL’ERA VOLGARE: COSA SUCCEDE NELL'IMPERO SASSANIDE

File:Coin of Kavad I, possibly minted in Susa.jpg

MONETA DELL'ETA' DI KAVAD I
(Copyright Classical Numismatic Group, Inc. / CREATIVE COMMONS)


L’IMPERO SASSANIDE NEL QUINTO SECOLO DELL’ERA VOLGARE

 

 

Il quinto secolo dell'Era Volgare si presenta come un periodo di significativi cambiamenti; i sovrani che regnano in questo periodo, in effetti, sono generalmente deboli e vengono contrastati dai nobili e dalla classe sacerdotale. I tentativi di riportare il controllo saldamente nelle mani del sovrano, poi, furono scarsi ed ebbero poco successo. Si pensi, a tale proposito, a Yagzdgerd I, che cerco di ridurre il crescente potere della nobiltà e dei sacerdoti zoroastriani, ma senza riuscirvi; l'impero rimaneva, comunque, altamente centralizzato, conservando la sua efficacia. In effetti, la complessità raggiunta dall'apparato amministrativo era tale da riuscire a sopravvivere nonostante la corona fosse debole. Una situazione del genere, come si può facilmente intuire, indeboliva ulteriormente il sovrano, avvantaggiando le altre classi dominanti. Si tratta di una condizione che risulta evidente quando si considera il crescente novero di titoli che si possono osservare sui sigilli posti dalle diverse amministrazioni.

Da un punto di vista economico, tuttavia, la situazione non era certamente florida, a causa, principalmente, delle numerose guerre che venivano combattute, oltre alle carestie ed a condizioni naturali a volte insostenibili; tali eventi, nel loro complesso, comportavano la necessita di sostenere ingenti spese, che gravavano sui bilanci pubblici e deprimevano l'economia.

Di conseguenza, non sorprende che la situazione fosse altamente instabile alla fine del Quinto secolo dell'Era Volgare, e che erano necessarie riforme ed azioni urgenti; a tale riguardo si pensi al regno di Kavad I, che, insieme a Mazdak, un influente esponente del clero zoroastriano, riusci a porre in essere una serie di riforme che andavano oltre le regole religiose e sociali conosciute. Si tratta di un insieme di cambiamenti, che, per la loro portata, hanno determinato una decisa reazione da parte dei nobili e dei sacerdoti dell'epoca. In particolare, venne introdotta una logica che si potrebbe definire egalitaria; nel dettaglio, venne proposta la condivisione della ricchezza, delle proprietà e delle donne, sfidando le regole generalmente accettate. Tale cambiamento, poi, viene confermato dalle fonti bizantine del temo, che riportano come fu proprio Kavad I ad introdurre l'idea di condividere le donne.

 

 

I CAMBIAMENTI INTRODOTTI ED I DISORDINI

 

La portata di tali innovazioni fu tale da dare inizio al movimento Mazdakita, in ambito religioso, politico e sociale, configurando idee che lo stesso sovrano cerco di sfruttare a proprio favore; l'imperatore, in effetti, riusci a ridimensionare il crescente potere dei nobili e dei sacerdoti, grazie alla nuova divisione della società proposta da Mazdak. Quest'ultimo, in effetti, reinterpretò il testo degli Avesta, dando avvio ad una nuova tradizione. Non sappiamo con certezza se il sovrano credesse davvero in tali idee, ma certamente egli seppe usarle a proprio vantaggio. Effettivamente, ci fu una redistribuzione delle terre, mentre il cibo venne distribuito gratuitamente; di conseguenza, non sorprende che i sacerdoti che resistevano a tali innovazioni descrissero tale periodo connotato dalla decadenza e di caos, in cui nessuno poteva più essere sicuro delle discendenze, a causa della condivisione delle donne. 

Si è dunque di fronte ad una modificazione dell’ideologia imperiale? Probabilmente sì, e, nonostante il tentativo, riuscito, di deporlo, le sue riforme ebbero un effetto duraturo specialmente nel Sesto secolo dell’Era Volgare.

 

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